È stata pubblicata una recensione su AS nelle pagine del sito di REPUBBLICA.
 

Caroli, un compact da solista

Il giovane flautista, considerato l’erede di Gazzelloni, pubblica “As”

di Fiorella Sassanelli

Semplicemente As, parola antichissima, sanscrita, antica quanto i Veda, radice della parola latina Os, ovvero bocca: bocca come primo strumento musicale, come primo strumento di quel tipo dell’espressione umana che è legata alla pronuncia dell’emozione attraverso il canto, al respiro che si fa musica e parola, alla nostra oralità.
Il quadro di Luciana Majoni dà titolo e copertina al primo cd da solista del flautista Mario Caroli, fresco di registrazione della SVaNa (parola sanscrita anch’essa che significa suono), etichetta audiofila milanese che propone registrazioni “live” ma senza pubblico. Un tipo di lavoro dunque tanto particolare quanto originale.
“Repubblica” ha parlato di Caroli e del suo “impegno” a favore della musica contemporanea a proposito dei grammy di fine d’anno. E questo cd è l’ulteriore conferma del livello e delle scelte di un musicista che a ventisei anni, e dopo concerti tenuti nelle grandi sale della Filarmonica di Berlino, del Konzerthaus di Vienna e della Cité de la Musique di Parigi, non solo è definito “talento musicale di rara intelligenza e bravura” – la frase è del compositore Ivan Fedele – ma è anche acclamato come successore di Gazzelloni, Artaud e Valade.
In As si comincia da “Hermes”, lavoro dell’84 di Salvatore Sciarrino, traduzione in musica delle molteplicità dei suoni del silenzio. “Sgothan”, come dire “nuvole” in gaelico scozzese, è un caleidoscopio di percorsi strumentali, instabili come gli stati della materia.
Se in “Suspiria” di Jesús Rueda la vocalità del flautista crea selvagge sovrapposizioni sonore, “Sori” del coreano Isang Yun ripercorre il tracciato di un discorso vocale che questa volta giunge sino all’espressività di un canto esteriore.
“Doloroso” di György Kurtág è tutto avvolto nell’atmosfera di raccoglimento che lo contraddistingue in appena 2 minuti e 6 secondi; “corone gettate nel silenzio” commenta Caroli nelle note del libretto.
“Ravine” di Stefano Gervasoni, il lavoro più recente tra quelli riportati (è datato 2000), si ispira ai burroni della parola inglese, ma anche alle gravine murgiane. “Carceri d’invenzione IIb” è la versione per flauto solo dell’omonimo e frenetico ciclo di Brian Ferneyhough.
A chiudere il disco c’è “Syrinx” di Claude Débussy, opera chiave del padre della modernità nella musica e del timbro quale parametro assoluto.
Il cd, attualmente in via di distribuzione, può essere richiesto direttamente alla SvaNa al sito www.svana.com.